Ogni ora entra nel mio studio un paziente portandosi tutto il suo mondo.
Per prime emergono situazioni attuali dolorose che ricevono un ascolto empatico e profondo .
E la stanza si riempie di emozioni a volte pensabili a volte nemmeno pensabili, solo agite: amore, rabbia, invidia, colpa, rancori sordi, insicurezza, paura della morte, ipocondria, paura del cibo, paura delle dipendenze da sostanze, alcool, ecc.) anche affettive.
La stanza d’analisi a volte è una nurserie, a volte una gabbia con due belve, sempre un luogo intimo dove regna il sogno condiviso di trovare il proprio perduto e forse mai sanato bi-sogno d’amore.
Tutta questa meravigliosa avventura si svolge in una cornice rigida: i giorni e gli orari fissi, la poltrona, il lettino, le sedie, la chiarezza dei ruoli.